2001 nasce un campo sportivo.
2004 muore un campo sportivo.
Nota: il diario di questo progetto è costituito da appunti trascritti alla fine di ogni sopralluogo e descrive episodi realmente accaduti durante il periodo di appostamenti, durato circa tre anni.
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DIARIO COMPLETO
Novembre 2001: iniziano i lavori per la costruzione di un campo sportivo comunale nel cuore di una delle zone più dimenticate
dell’hinterland catanese. Oasi dell’abusivismo edilizio, dagli anni’70, i comuni di Lineri, Nesima e Montepalma, si contenderanno
questa unica possibilità di svago.
Febbraio 2002: domenica, riesco ad introdurmi all’interno del cantiere, attraverso un buco nella recinzione. La struttura cresce e
pare avere tutti i requisiti per diventare un ottimo centro sportivo. Si intravedono già gli ingressi per il pubblico e per le squadre,
la piscina, gli spogliatoi, gli spalti e lo scheletro del tetto.
Maggio 2002: la copertura è un’enorme cupola metallica, accecante al sole, tanto da sembrare uno specchio. Entro passando per la discarica
abusiva, intorno al campo, ma il buco nella rete è stato richiuso. Giro intorno, a cercare un altro varco, quando arriva un grosso cane che
abbaia minaccioso. La rete, per fortuna, non ha altre aperture: io ne resto fuori, il cane dentro.
Settembre 2002: la struttura è completa e aperta al pubblico. Questa volta, per entrare, chiedo il permesso al guardiano, che accetta di
accompagnarmi, vietandomi però di fotografare, non mi resta che guardare. Nella piscina, poco più piccola di un’olimpionica, alcuni
istruttori sono alle prese con dei bambini, le docce e i bagni sono piastrellati e tirati a lucido, la parte esterna è ancora in lavorazione.
Esco a rullino vuoto.
Ottobre 2002: resto all’esterno. Poca gente è diretta al campo. Sulla strada appena asfaltata e chiusa al traffico, ci sono dei ragazzi
intenti a preparare dei modellini di auto da corsa. Di fronte alla mia macchina fotografica sono diffidenti, li rassicuro sull’intenzione
di inquadrare solo le loro auto e mi lasciano fare alcuni scatti. Vado via, mentre le macchine gareggiano sull’asfalto, sprigionando una
gran puzza di benzina.
Febbraio 2003: sulla strada c’è un via vai di uomini con cane al guinzaglio, quasi tutti rottweiler e pitbull, si dirigono in fondo, dietro
un palazzo abbandonato. Mi preoccupano più i padroni, mi allontano. Nella discarica abusiva c’è un uomo con un bambino in braccio, lo seguo
a distanza mentre raccoglie oggetti tra i rifiuti, come se stesse facendo la spesa dentro un supermercato. E’ cinese, suo figlio avrà poco
meno di un anno.
Aprile 2003: addossato alla rete di recinzione del palazzetto dello sport, c’è un ambulante che vende panini, un fruttivendolo scorbutico e
un venditore di dolci di riso. Sanno quello che sto facendo qui da mesi, ne approfitto, compro una lattina dal camioncino dei panini e
parliamo del campo. E’ chiuso.
Maggio 2003: posso accedere al palazzetto da più punti, ma entro nella struttura dall’ingresso principale. Nessun cane, nessun guardiano,
nessun lavabo attaccato ancora alle pareti, piastrelle frantumate, porte divelte, bottiglie, graffiti, calcinacci, spazzatura ovunque.
Sembra sia esploso dall’interno.
PS: dal 2006 il piccolo stadio, ha ripreso a funzionare. Il Comune ha ristrutturato completamente gli spazi, le piscine all'interno ospitano
molte attività e diverse manifestazioni agonistiche, non solo per la gente del quartiere. I venditori ambulanti hanno ingrandito la loro
attività e nel grande parcheggio lavorano un paio di posteggiatori.